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death is not this master.
-Emmanuel Levinas
Ho imparato che spesso
È doloroso il ritorno
E deve esserlo
Di noi stessi a noi stessi
Del lavoro al lavoro
Della vita e del tempo
All’assente presenza
Dell’atomico moto
Di tumulto e di caos
Del tempo che siamo:
nunc stans.
Ora assorto sedendo
Dentro i monti nei boschi
Di faggi e di pini
Che hanno visto i briganti
Contro stati nascenti
E signori oppressivi
Fra due mari chiarissimi
Spazio certo del nascere
Di violenza e tragedie
Ancora eterno
E sempre nuovo
Copre i tempi negati
Veloci e insieme lenti
Fra l’inizio e la fine.
Dirompente fiato
Immenso fuoco –
E noi? Poter restare
Abbandonati e nudi
Su questa terra cruda
A sognare una vita diversa?
Tempo diverso del nascere
Pluriverso del fare comune
Nell’insolitudine vera
Di terrene plenitudini
Dentro l’essere che è
E non può non essere
(mentre il nulla non è
Ed è necessario che non sia) –
Sognare una vita diversa?
Costruirla ogni volta
Fuori da questo immenso
Silenzio, nel giusto mezzogiorno
Di apparente stasi
Nelle notti stellate
Del probabile ritorno.
bruno gullì
new york, 2003-2006
8 years ago
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