Wednesday, November 3, 2010

Lucrezio

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Taciti elementi
nelle vene nei nervi
nei libri,
cose quotidiane.
Nascoste paure
compagne della
solitudine.
Capaci di tanto?
Seguire su malferme
gambe
l’aperto, l’infinito
un tremore che ha la forza
dell’essere
inatteso.

Un pensiero.

Cresca lento
allora e forte
nell’addome, un eccesso
d’ira, di tarda accettazione
delle cose, una pace,
un sapere (che non serve
temere la morte)
fino al limite ultimo
e oltre.


(New York, Nov. 2007 – Nov. 2010)

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