Monday, April 13, 2009

Pietra nera

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Comincia dai colori,
complemento della luce,
della notte e del nulla
formidabile dominio.
E tra i colori il rosso
primo scegli del sangue,
testimone dei vinti,
del soggiogo e del supplizio.
Poi con gli occhi lucenti dimmi
se grave non sembri,
immeritato castigo, la caduta
dell'essere nel vuoto, alto
dell'esperienza il prezzo,
della ragione, ignobile l'oblio,
se alla ricerca di un coraggio piu' certo,
dove giustizia è fuoco grande e comune,
non sappia o voglia l'ira ora tacere.
Pero' grida Bagdad, e grida Gaza: questo fuoco,
di coraggio e giustizia misti ad ira,
calpesti e sfaccia le bandiere,
bruci le stelle tristi,
le stelle e strisce della bestia immonda.
Poi con gli occhi lucenti e un sorriso
triste mezzo nascosto mi dici parole
che non posso capire, poiché una distanza
della parola vera il senso chiaro ci toglie,
e si rabbuia il cuore e l'aperto cammino
a quello della terra, nelle mani si fa sangue
il pensiero, e il sangue pietra nera.
Seneca, pazzo, è naturale l'ira e giusta
dei popoli negati,
che a pervenirvi calmi e lenti sono,
né loro quella col giudizio uccide,
ma vive e vivono negli occhi
e i denti belli di una bambina del Chiapas
che sullo Zocalo di San Cristobal de Las Casas,
o dentro le montagne fino a Simojovel,
dove si spinge per l'ambra il turista,
coi fratelli le sorelle e la nonna,
piedi scalzi pietra nera, ai margini
del mercato mondiale del sangue,
di una libertà parassita e assassina,
lei, la bambina, doppiamente negata,
che né il tempo antico della selva ritrova,
né la dignità di un essere nuovo,
per se stessa e la sua gente, costretta
a vendere per niente, preziose ombre
della fatica e della memoria.

Bruno Gulli'
Parigi, dicembre '98
da Figures of a Foreign Land (San Francisco: Deep Forest, 2001)

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